Tempo fa avevo scritto due righe su questo capolavoro, scrivevo così: «Interessante. Da ora in poi la frase “ho fatto un sogno” avrà una connotazione completamente differente! Libro da digerire».
Il punto di vista dei vari personaggi assorbe interamente il lettore, in un mondo come il nostro, convenzionale, è difficile far passare le loro storie, esiste una iperlettura o meglio una meta lettura dettata proprio dal personaggio parallelo che segue gli altri personaggi e che ti porta dentro la storia quasi da protagonista. Il finale poi ti lascia, ti lascia proprio! è di straordinaria bellezza la scrittura.
La delicatezza di questo libro ricorda i classici.
Se hai voglia di approfondire, ci ritorno dopo averlo digerito quindi leggi il seguito.
La Vegetariana: un viaggio nel cuore dell’anima
“La Vegetariana” di Han Kang è un romanzo che trascende i confini della narrativa per addentrarsi in un’esplorazione profonda dell’animo umano, delle sue fragilità e delle sue trasformazioni più radicali. La storia ruota attorno a Yeong-hye, una donna di mezza età che, in seguito a un incubo particolarmente vivido, decide improvvisamente di diventare vegetariana. Questa scelta, apparentemente semplice, innesca una reazione a catena di eventi che sconvolgeranno la sua vita e quella della sua famiglia. Un rifiuto della carne, un rifiuto della società. La decisione di Yeong-hye di smettere di mangiare carne non è solo un gesto etico, ma rappresenta un rifiuto radicale della società in cui vive, una società rigida e conformista che impone modelli di comportamento e aspettative ben precise. La sua scelta, inizialmente osteggiata dalla famiglia e dal marito, si trasforma ben presto in una vera e propria battaglia per l’affermazione della propria individualità.
Un’allegoria potente “La Vegetariana” è un romanzo ricco di simbolismi e di significati nascosti. La scelta di diventare vegetariana può essere interpretata come un atto di ribellione contro un sistema oppressivo, ma anche come una ricerca di una nuova identità, di una connessione più profonda con la natura e con se stessa. Il corpo di Yeong-hye, che si rifiuta di nutrirsi, diventa il campo di battaglia di una lotta interiore, una metafora della sua anima lacerata.
Stile e struttura
Lo stile di Han Kang è lirico e evocativo, capace di creare atmosfere dense e suggestive. La narrazione è suddivisa in tre parti, ognuna delle quali offre un punto di vista diverso sulla storia: quello della protagonista, quello del marito e quello del fratello. Questa struttura narrativa permette al lettore di comprendere a fondo la complessità dei personaggi e le dinamiche di una famiglia in disfacimento.
Simonetta Bellu