Care amiche e cari amici, buona Pasqua.
Già da qualche tempo ci stiamo tenendo compagnia con i nostri appuntamenti a parlare di vari argomenti che riguardano la nostra città, ma non solo.
Cerchiamo di variare i nostri interessi, cerchiamo strade vecchie e percorsi nuovi, cerchiamo storie passate ma anche sguardi rivolti al presente e speranze che guardano al futuro.
Ogni tanto, con nostro grande piacere, si aggiunge nel nostro blog qualche voce nuova, qualche diverso punto di vista a ricordarci la visione plurale che cerchiamo di seguire fin dalla nostra nascita. In questo spazio è nostra ambizione rappresentare tutto ciò che ci riguarda sia come cittadini di Siniscola, sia come cittadini del mondo.
Abbiamo fin dall’inizio parlato di uno spazio aperto, continuiamo a farlo invitando tutti a esprimersi e a dare voce ai vari risvolti di una comunità che racchiude in sé molti tesori, ma anche alcuni aspetti di difficoltà.
Esplorare a fondo queste cose non significa rinchiudersi ma aprirsi a nuove prospettive, guardare dentro noi stessi per vedere con occhi nuovi tutto ciò che ci circonda.
Sono tempi di estrema difficoltà, ma bisogna avere il coraggio di affrontarle, di esaminarle con spirito critico, di non abbandonarci alla deriva della rassegnazione.
Stiamo vivendo momenti critici per tutte le nostre convinzioni, momenti di pericolo per tutte le nostre conquiste, momenti di feroci attacchi per tutte le nostre democrazie, momenti di disequilibrio totale in quelli che sembrano rivelarsi solo illusioni di pace e di progresso.
Occorre riprendere in mano la nostra forza di cittadini, le nostre ambizioni personali e di comunità e far risuonare forte la nostra voce e le nostre voci. Non sempre possiamo essere un coro di grande armonia, ma è estremamente importante parlare, esprimersi e impegnarsi in percorsi di crescita comune.
Nel nostro passato non troppo lontano, nella giornata di oggi le campane ritornavano a suonare festose e interrompevano giornate di silenzio punteggiate solo dal suono disadorno “de sas matraculas”, i riti di morte si trasformavano nella gioia “de s’incontru” e i visi si stendevano in ritrovati sorrisi.
Oggi sono poche le speranze, oggi tardiamo a riorientarci in percorsi di nuove mete, eppure persiste in tutti noi la convinzione che il buio della storia non può riavvolgerci e che la luce può essere alla portata nostra e dei nostri figli.
Il simbolo pasquale rimane questo per credenti e non credenti: la certezza che la rinascita, come singoli e come collettività, sia sempre possibile.
A nome di tutto lo staff di “Voci di Siniscola” auguriamo alle nostre amate autrici e autori, alle nostre affezionate lettrici e lettori e a tutte le persone che vorranno unirsi a noi nel futuro una buona Pasqua.
Vi lasciamo in poesia.
Pasca
Fit aperta sa janna de sa losa
e in intro b’aiat un anzèlu
unu missu imbiatu dae chelu
ch’annuntziat chin boche amorosa
Su chi chircates vois chin tantu zelu
at binchidu sa morte rancorosa
e sa figura sua portentosa
est torrat’a preicare su Vanzèlu.
Apostolos chi mann’azis s’idea
de sichire sos suos cumandamentos
e iucher su Verbu in donzi locu
Mantenit’in s’anima cussu ocu
impressate sos vostros passos lentos
Bos aspetat in terra ‘e Galilea.
Antonio Murru
Resurrezione
Troppi sono i giorni di passione
che si trascinano lenti
nell’incubo di bombe
che falciano gli innocenti
che spengono feroci
sorrisi di fanciulli
e tenerezze di madri.
Dalle fosse comuni
dalle strade cosparse
di disumana ferocia
dove marciscono
le ricerche di pace
Dai corpi trafitti
da schegge di odio
fraterno che acceca
la luce comune dell’anima
salgono al cielo formule oranti
che invocano la mano del Cristo.
A mani giunte abbracciano
la fredda croce di morte
per cercare ancora
la luce che abbaglia
di chi ancora risorge
e di nuova Pasqua
riadorna e ricolma
questo nostro
stupido cielo.
Antonio Murru