Chi gioisce e chi paga

Bonus TARI 2025 tra chi gioisce e chi paga.

Mentre i comuni impazziscono per una decisione arrivata in corso d’anno quando molte decisioni sono prese e gli avvisi di pagamento TARI per l’anno corrente, in alcuni casi, persino elaborati, per i contribuenti è sempre festosa la notizia di un bonus in vista.
Le riduzioni di tasse e bollette arrivino quando gli pare, non disturbano mai, ci verrebbe da dire.
In questo caso però, ed è meglio chiarirlo subito, a gioire non saranno tutti, anzi, chi non rientra nella platea interessata dal bonus avrà da sborsare la sua buona quota di partecipazione.


Cerchiamo di spiegare meglio.
A rendere operativa la nuova agevolazione è una deliberazione di Arera (l’Autorità che nel nostro Paese regola il settore ambientale) del 1° aprile 2025.
Introdotta nel 2020, questa agevolazione arriva in Gazzetta Ufficiale solo il 13 marzo scorso, dopo cinque anni di fermo, e meno male, commenteranno il ritardo gli esclusi.
Il bonus, infatti, assume la forma di componente perequativa ovvero di aiuto economico reale da parte di tutti i contribuenti TARI a favore di chi è in maggiore difficoltà.
Il termine perequazione viene adoperato per indicare quelle azioni che hanno lo scopo di riequilibrare e redistribuire in maniera equa un costo tra i cittadini, chiedendo piccoli sacrifici a una categoria di individui per avvantaggiarne un’altra.
Visto l’obiettivo sociale e la natura assistenziale, il ricorso alla perequazione in se stesso rappresenta una scelta nobile e indiscutibile, uno strumento già utilizzato in passato e sempre attuale.
In quanto alla TARI, tuttavia, si potrebbe definire attualissimo, perché il bonus 2025 è la terza componente perequativa introdotta nel giro di due anni.
A maggio 2022, infatti, se ne mettevano in cantiere altre due, esordienti proprio nell’anno appena trascorso e, giusto per ricordarle, destinate alla copertura dei costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e per eventi eccezionali e calamitosi.

Ecco perché questo ulteriore aggravio fa storcere il naso a chi pensa debba essere lo Stato a farsi carico di eventi imprevisti o disuguaglianze sociali. Ogni posizione e sensibilità al riguardo sono comprensibili e corrette ma questo, come si dice, è un altro discorso.


Cosa prevede esattamente il Bonus TARI 2025.
Nato per rafforzare la tutela delle famiglie a basso reddito, riconosce uno sconto del 25% sulla tassa dei rifiuti per il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025. In particolare, a ottenerlo saranno:

  1. i nuclei familiare con un ISEE fino a 9.350 euro;
  2. I nuclei familiare con un ISEE fino a 20.000 euro per famiglie numerose (almeno quattro figli);
  3. I beneficiari del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza.
    Per i contribuenti esclusi, il costo della nuova componente perequativa sarà di 6 euro all’anno per ogni utenza a tassazione, ovvero 6 euro per ogni immobile posseduto.
    Come funzionerà, dunque?
    I contribuenti interessati non dovranno presentare alcuna domanda perché la riduzione sarà applicata a tutti quelli che ne hanno titolo con un meccanismo automatizzato, gestito dall’INPS. Sarà proprio l’INPS a fornire ai Comuni i dati relativi agli ISEE validi per il beneficio ma il conseguente attacco alla privacy di chi non vorrebbe sia pubblica la propria situazione reddituale, mette in crisi contribuenti e chi quella privacy la deve proteggere. Insomma, una cosa neonata e già bisognosa di correttivi. Con la speranza che si studi una forma indiretta di applicazione del bonus, molto più riservata, rimaniamo in attesa di vedere cosa accadrà. Il bonus ci sarà e almeno questo non ce lo toglie nessuno.

Genni Piras