Difficile raccontare una vita in poche righe soprattutto quando questa è stata lunga, ricca, piena di avventura e avvolta dal mistero che cela il mare.
Questa è stata la vita di un noto pescatore siniscolese, Sadori.

Una vita dedicata al mare.
Il suo primo imbarco inizia a quattro anni partendo da Ponza, non come comandante ma come bimbo che, accompagnato dalla madre, intraprende un lungo viaggio alla ricerca di una vita migliore.
Dopo vari giorni arrivano a quella che oggi è Santa Lucia.
Sadori, in questo borgo pittoresco, passerà tutta la vita. Nei primi tempi soltanto “unu piscatore”, come tale non troppo ben visto dalla comunità, che però con il tempo impara ad apprezzarlo per poi farlo diventare un personaggio importante.
Si sposa e ha sette figli che intraprendono la sua stessa vita lavorativa.
La sua vita è ricca di avventure che sfidano spesso il mare nella sua grazia e durezza, ma Sadori fronteggia il pericolo e impara a tenere sottobraccio come due vecchie amiche la vita e la morte.
Rischia più volte di non tornare a casa ma in qualche modo riesce sempre a cavarsela e tornare dalla sua famiglia.
Il mistero più grande che questo personaggio ha portato con sé è stata una pratica con la quale curava la puntura di pesci velenosi. Mandati addirittura dagli ospedali, i pazienti, ai quali nemmeno la morfina calmava il dolore, andavano alla ricerca di un “pescatore scalzo”.
Davanti a quelle persone sofferenti, si toglieva il cappello da comandante, si faceva il segno della croce, pronunciava delle parole incomprensibili e il dolore inspiegabilmente svaniva.
Questo è un aspetto quasi leggendario di Sadori, mentre l’aspetto più tranquillo era la bontà e generosità che a lui venivano spontanee. Queste doti, unite alla sua esperienza marinaresca, gli hanno procurato articoli sui giornali, interviste e finendo persino in diversi programmi televisivi.
Al termine della sua lunga vita, Sadori anche in questo ultimo passo non tradisce la sua filosofia, che era quella di vivere la vita appieno e senza paura. Appresa la notizia di essere un malato terminale ringrazia il dottore e continua a vivere, senza sottoporsi ad alcuna cura.
Così a ottantasette anni parte per l’ultimo imbarco, lasciando dietro di sé bei ricordi e tanto amore per chiunque lo avesse conosciuto.
Personaggio straordinario, un meditatore, umile, pronto ad aiutare il prossimo, sempre sorridente e che vedeva il buono anche dove sembrava impossibile ci fosse, vicino agli ultimi, mai giudicante e portatore di buon umore.
Questo era Sadori, un uomo che ho avuto la fortuna di poter chiamare nonno.
Francesco Farris

