Fausto Cossu: una vita tra legge, ordine e Resistenza
Fausto Cossu incarna una figura poliedrica che ha attraversato momenti cruciali della storia italiana, dalla Sardegna degli anni Venti alla Piacenza del dopoguerra, lasciando un segno indelebile come uomo di legge, combattente per la libertà e fine giurista.
Nato a Tempio Pausania nel 1915, le sue radici affondano in una terra aspra e generosa, forgiando in lui un carattere temprato e un forte senso di giustizia.
I primi anni di vita sull’isola lo legano indissolubilmente alla sua terra d’origine, un legame che manterrà vivo anche nelle sue successive esperienze.
La sua carriera prese una svolta significativa con l’ingresso nell’Arma dei carabinieri. In questo ruolo, Cossu dimostrò disciplina, dedizione e un profondo rispetto per la legge, qualità che lo distinsero fin da subito.
L’esperienza nell’Arma fu fondamentale per la sua formazione umana e professionale, instillandogli un senso del dovere e una capacità di leadership che si riveleranno preziose negli anni a venire.
Il periodo più drammatico e significativo della sua vita fu segnato dalla Seconda guerra Mondiale e dalla Resistenza.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Cossu non esitò a schierarsi dalla parte della libertà, unendosi alla lotta partigiana.
La sua conoscenza del territorio e le sue doti organizzative lo portarono a ricoprire ruoli di responsabilità all’interno delle formazioni resistenziali.
Un momento particolarmente difficile fu la sua cattura da parte dei tedeschi. L’esperienza dell’ostaggio mise a dura prova la sua tempra, ma non scalfì il suo spirito combattivo e la sua fede negli ideali di libertà e democrazia.
La sua capacità di resistere alle pressioni e di mantenere la dignità anche in condizioni estreme testimonia la sua forza interiore.
Dopo la Liberazione, consapevole della necessità di ristabilire l’ordine e la legalità in un paese sconvolto dal conflitto, Cossu sentì l’esigenza di contribuire attivamente alla ricostruzione. Fu in questo contesto che diede vita a una “legione”, una formazione di uomini fidati con l’obiettivo di garantire la sicurezza e il rispetto della legge in un periodo di transizione delicato.
Questa iniziativa dimostrò la sua capacità di mobilitare risorse e persone per raggiungere obiettivi comuni.
Il suo impegno per la legalità lo portò a ricoprire il ruolo di Questore a Piacenza. In questa veste, si distinse per la sua integrità, la sua fermezza nel contrastare la criminalità e la sua umanità nel gestire situazioni complesse.
La sua azione fu improntata al rispetto dei diritti dei cittadini e alla tutela dell’ordine pubblico, guadagnandosi la stima e il rispetto della comunità piacentina. Parallelamente alla sua carriera nelle forze dell’ordine, Fausto Cossu intraprese gli studi di Giurisprudenza, coronando un interesse per il diritto che lo aveva accompagnato fin dagli anni giovanili.
La sua laurea in legge rappresentò un ulteriore arricchimento del suo profilo professionale. Dopo aver lasciato la Questura, Cossu intraprese la professione di avvocato. La sua solida preparazione giuridica, unita alla sua vasta esperienza nel campo della legge e dell’ordine, lo resero un professionista stimato e competente. La sua attività forense fu caratterizzata dalla serietà, dalla meticolosità e da un profondo senso di giustizia, valori che avevano guidato tutta la sua vita.
Gli studi dedicati a Fausto Cossu ne evidenziano il coraggio, l’integrità e il senso del dovere.
La sua vita, dalle radici sarde alla Resistenza, alla questura di Piacenza e all’avvocatura, rappresenta un esempio di impegno civile e dedizione al bene comune, un patrimonio di valori da ricordare e tramandare la sua vicenda testimonia una coerenza di intenti e un servizio costante alla giustizia e alla libertà.
Nel vasto panorama di figure che animarono la Resistenza, l’ANPI ha dedicato attenzione anche a Fausto Cossu, riconoscendone il significativo contributo alla lotta contro l’occupazione nazifascista. Le ricerche condotte dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) su Cossu si inseriscono in un più ampio sforzo di ricostruzione delle biografie dei partigiani, spesso rimaste in ombra o poco conosciute al grande pubblico.

Le ricerche condotte dall’ANPI su Fausto Cossu mirano a ricostruire con precisione il suo coinvolgimento nella Resistenza, analizzando il suo ruolo all’interno delle formazioni partigiane, le azioni in cui fu protagonista e il difficile ambiente in cui operò.
L’associazione sottolinea inoltre la coerenza dei valori che animarono la vita di Cossu, evidenziando come il suo impegno nella Resistenza non fu un atto isolato, ma un riflesso di un profondo senso di giustizia e di un’incrollabile fede nella libertà, principi che guidarono anche le sue successive esperienze professionali.
Infine, attraverso le sue diverse esperienze e iniziative, l’ANPI si impegna a tramandare la figura di Fausto Cossu alle nuove generazioni, presentandolo come luminoso esempio di coraggio civile agli ideali democratici, affinché la sua memoria continui a vivere nel tessuto della nostra società.
Un ritrovamento fortuito all’interno del cosiddetto “Fondo Bianco” ha riportato alla luce un’importante testimonianza della Resistenza italiana, svelando un inedito spaccato del contributo sardo alla lotta di Liberazione.
Una bobina di pellicola 9.5 mm, conservata per decenni nell’anonimato, ha restituito immagini preziose di un gruppo di partigiani attivi durante la Seconda guerra mondiale, tra i quali spicca la figura del Comandante Fausto Cossu.
Grazie alla collaborazione tra la Cineteca Sarda, l’archivio Superottimisti (archivio regionale di film di famiglia con sede a Torino) e altri enti storici, le immagini hanno iniziato a parlare, rivelando volti, luoghi e momenti di vita quotidiana e militare di questi combattenti per la libertà.
Cristina Oggiano