Confraternita del Rosario. Parte II

La confraternita del Rosario di Siniscola

Il culto alla Madonna del Rosario fu presente in Siniscola già molto tempo prima che avvenisse la richiesta di costituzione della omonima confraternita, come dimostra, al di là della verità storica, tutta da accertare, quanto riportato in un documento pubblicato dall’Unione Sarda nell’anno 1932 e poi ripreso dal periodico diocesano “L’Ortobene”.

Riportiamo il testo integrale dell’articolo che parla di un atto pubblico sottoscritto sia da coloro che assistettero direttamente al miracolo, sia da altri testimoni, tra cui un certo Bernardino Puliga , forse lo stesso o sicuramente della stirpe  del grande eroe siniscolese che nel febbraio del1581  inflisse ai Mori una cocente sconfitta e liberò dalle catene molti concittadini destinati alla schiavitù.

SINISCOLA : RICORDI DI UN PRODIGIO.

Traduzione letterale da una testimonianza finora ignota:

D’ordine del magnifico signor Giovanni de Moros de Molinos, promotore generale della terra, castello e Baronia di Posada, per l’illustrissimo signor Don Gerolamo Clemente, protonotario del Consiglio Supremo di Sua Maestà, signora diretta della presente Baronia, e a istanza e richiesta del magnifico Pietro Giovanni de Quenza del villaggio di Tortolì nel giudicato d’Ogliastra, furono interrogati, mediante giuramento, l’onorabile Giacomo Pau, Luogotenente della presente baronia, Giovanni Porcu e Fabio Corellas, vassalli ed abitanti di questa terra, per  dire ed accertare la verità circa il modo e forma con cui trovarono l’immagine che il doto De Quenza dice di aver fatto fare, sotto l’invocazione di N.S. del Rosario nella città di Napoli e che fu inviata al presente regno di Sardegna sulla barca di Sebastiano Lubrano, intitolata S. Margherita; la quale barca trovavasi ancorata nel porto denominato  di S. Lucia. E gli interpellati tutti confermano, nessuno discordante, in forza del giuramento da loro prestato, quanto segue riguardo alla detta immagine, che ora presenta il prelato De Quenza di questa baronia di Posada. Allorquando i detti Pau, Porcu e Corellas accorsero, in compagnia di altri, per difendere quella barca ed un’altra vicina nello stesso porto di S. Lucia, prese entrambe di mira da tre galeotti di Turchi, nemici della Santa Fede, che andavano direttamente per impossessarsene e predarle, non potendo giungere in tempo per salvarle, i legni corsari le catturarono e trasportarono in alto mare, a circa un tiro di archibugio, e mentre stavano saccheggiandole, i detti testimoni videro quei barbareschi gettare in mare molta roba, come botti e casse ed un oggetto che sembrò a loro essere un Crocefisso, e poscia fuggire abbandonando le barche predate. Rimasti essi nel porto di S. Lucia, mentre i patroni e marinai di quelle barche, si recarono a riprendere gli stessi legni e gli oggetti che erano stati buttati in mare, videro giungere a terra la detta immagine del Rosario, dritta come se fosse donna che camminasse sull’acqua, alla vista della quale essi testimoni rimasero qualche tempo meravigliati, credendo fosse qualche donna viva,ma avvisarono poi in essa la benavventurata immagine, col corpo eretto come un essere vivente. La presero quindi, togliendola dal mare e la consegnarono al patrono ed ai marinai, che esaminatala, riconobbero essere quella che inviava da Napoli, dentro una cassa, un tale Pitro Giovanni De Quenza, diretta al giudicato di Ogliastra. E’ questa la verità, in forza del giuramento prestato. Ad istanza dello stesso De Quenza si redige la presente attestazione giurata per mano di un Antonio Felice Sirigo, scrivano e notaro pubblico di corte della terra e baronia di Posada il diciotto del mese di giugno del 1576.

Io Bernardino Puliga del luogo di Posada  sono testimonio delle cose sovraesposte e attesto che il prefato Sirigo è scrivano pubblico della stessa terra e baronia  e che a quest’atto deve darsi piena fede in giudizio e fuori.

Io Giovanni Battista Carboni sono testimoni … (come sopra).

Il cronista de L’Ortobene aggiunge poi a commento :

… Ci assicura intanto persona degnissima di fede che di questo prodigioso avvenimento non si serba alcun ricordo nella popolazione di Tortolì, ove più non esiste neppure alcun simulacro antico del Rosario.

E allora si tratta certissimamente del venerato simulacro della Madonna del Rosario esistente nella chiesa omonima di Siniscola.

Il Parroco Don Salvatore Fadda, da lustri a conoscenza di una tradizione circa la prodigiosa provenienza di detta  effige, interrogò diverse persone tra le più attempate, e tutte nella sostanza si accordarono nell’affermare il misterioso arrivo per mare.

In quest’Archivio Parrocchiale non s’è rintracciato alcun documento; non è improbabile che esistano testimonianze negli uffici della Rev. Curia Vescovile di Nuoro.

Antonio Murru

Qui la prima parte.