Al di là degli avvenimenti prodigiosi o dei racconti di prodigi che sempre accompagnano la nascita di nuove chiese, di nuove cappelle o di nuovi culti, esiste però la realtà storica della fondazione della Confraternita del Rosario di Siniscola, autorizzata con licenza firmata da Fra Giovanni Battista De Marinis, Maestro Generale dell’Ordine dei Padri Predicatori in data 10 giugno 1651 a Roma.
La pergamena autentica era presente fino a non molti anni fa nell’Archivio Parrocchiale di Siniscola con testo manoscritto in lingua latina e con innumerevoli abbreviazioni allora in uso.
Ne riportiamo qui la traduzione letterale effettuata dal Prof. Michele Carta di Orosei, prezioso ricercatore della storia della nostra Diocesi di Galtellì-Nuoro.
In nome della Santissima Trinità, Padre e figlio e Spirito Santo, e a lode e gloria della Beatissima Madre di Dio sempre Vergine Maria Signora nostra, e per la pia venerazione del Signore nostro Padre Domenico inventore e d istitutore del Sacratissimo Rosario. Noi Fra Giovanni Battista De Marinis, Professore di Sacra Teologia, umile Maestro Generale e Servo dell’Ordine dei Predicatori.
A tutti coloro che leggeranno queste righe salute eterna nel Signore.
Come siamo dell’avviso che la fonte di tutte le perfezioni, e principalmente della perfezione cristiana, consista nell’unione dei fedeli in Cristo, come le membra al capo e non, viceversa, nella separazione dei cristiani; così dalla ragione e dall’esperienza siamo indotti a credere che la preghiera sia il mezzo più efficace per conseguire la perfezione cristiana. Il modo poi di pregare Dio con centocinquanta Ave Maria e quindici Pater Noster, suggerito dalla Santissima Vergine Madre di Dio e chiamato Rosario, viene considerato alla pari dei Salmi di Davide; esso fu inventato e istituito per la prima volta dal nostro Santissimo Padre Domenico e, in seguito alla devota intercessione dei Padri del nostro Ordine, fu dai Sommi Romani Pontefici approvato e arricchito di grandissimi privilegi, innumerevoli indulgenze e di altre grazie apostoliche; esso, tra gli altri mezzi escogitati nella chiesa per ottenere la perfezione, contribuisce ( come piamente riteniamo) in misura assai grande; infatti, prescindendo dalla considerazione che la Beatissima Madre di Dio, la cui intercessione ci può far ottenere quella perfezione, è lì invocata piuttosto frequentemente, il modo stesso di pregare ( se si fa con retta intenzione) ottiene di per se stesso, con profitto e nella maniera più facile possibile, la perfezione cristiana, dal momento che fa percorrere con la meditazione tutta la vita del Salvatore nostro Gesù Cristo narrata attraverso i quindici misteri.
Voi, o amatissimi in Cristo e devotissimi fedeli cristiani del paese di Siniscola della diocesi sarda di Cagliari, riflettendo con devozione a questo e allo scopo di avere, accrescere e conservare il predetto modo di pregare, con molta insistenza ci avete chiesto, con la mediazione del reverendo padre fra Pietro Brondi dell’ordine di S. Agostino, che vi venisse concessa con le grazie e i favori opportuni la licenza di costituire e organizzare nella chiesa di Santa Maria di detto luogo la Confraternita del Salterio, o meglio del Rosario, sotto l’invocazione della Beata Vergine Maria e di innalzarvi un suo altare con la cappella.
Noi pertanto, piegati dalle vostre preghiere e dalle pie richieste, concediamo con la presente, per l’autorità a noi concessa dalla Sede Apostolica, la licenza e la facoltà di costituire la citata confraternita: con l’assenso però dell’Ordinario del luogo e del Priore del più vicino convento, o di altra residenza del nostro Ordine, e in seguito alla pubblica proclamazione di un Padre del nostro Ordine da designare dal suo Superiore: purché detta Società disti due miglia da un’altra legalmente istituita in precedenza; e ammettiamo questa Confraternita, e tutti i fedeli cristiani di entrambi i sessi che saranno in seguito ammessi, con le grazie e le indulgenze concesse ad essa dai Romani Pontefici, di cui godono altre consimili confraternite costituite nelle chiese del nostro Ordine, e l’accettiamo sia in vita che in morte.
Informiamo che la festa del Santissimo Rosario si deve celebrare nella stessa Cappella ogni anno la prima domenica del mese di ottobre, conforme le disposizioni emanate da Gregorio VIII di felice memoria in ringraziamento per la passata e memorabile vittoria contro i Turchi, impetrata e ottenuta nello stesso giorno (come piamente si ritiene) per le preghiere congiunte dei Confratelli della medesima Società e per l’aiuto e l’intervento della Santissima Maria Signora nostra.
A Cappellano di questa Società o Cappella nominiamo l’attuale, e il Rettore o Parroco “pro tempore” della citata chiesa, il quale possa scrivere in apposito libro i nomi e cognomi di tutti i fedeli cristiani che facciano richiesta di entrare ed essere devotamente ammessi alla stessa Società, benedire i Salteri, o meglio le Corone, spiegare con reverenza i misteri del Santissimo Rosario, e fare tutte quelle specifiche cose che i nostri frati a ciò designati possono e son soliti fare nelle nostre Chiese con le debite cerimonie, accrescendo nel giorno di Cristo la sua conoscenza; e per qualunque ammissione, ingresso, iscrizione e benedizione non esiga in modo assoluto alcuna ricompensa, ma presti tutte queste opere gratuitamente, come prescrivono i Capitoli e gli Articoli della medesima pia Società; nella stessa maniera in cui noi, per il culto di Dio e a gloria della sua Santissima Madre e per la salvezza e miglioramento dei fedeli cristiani gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo e concediamo.
Vogliamo inoltre, e comandiamo che si osservi in modo assoluto, che nelle sacre pitture della suddetta Cappella si dipingano i quindici sacri misteri della nostra redenzione; e per un coerente riconoscimento della presente concessione, in mezzo a queste raffigurazioni si dipinga pure la veneranda figura del nostro Santo Padre Domenico, primo fondatore dello stesso Rosario, in ginocchio e in atto di ricevere dalle mani della Vergine Madre di Dio la corona delle ore.
Rendiamo poi noto che Papa Paolo V di felice memoria, con suo Breve dato a Roma nella chiesa di San Marco il 20 settembre 1608, ha restituito e riconfermato alla Società del Santissimo Rosario le indulgenze ad essa concesse dai Sommi Pontefici Romani suoi predecessori, delle quali la detta Società fino a questo momento godeva e (godrà) fino a quando non sarà emanata una lettera di revoca di esse.
Stabiliamo infine che, quando capiti che dei nostri frati stanziati dentro o fuori di questo luogo ottengano una chiesa nel raggio di due miglia da questo luogo, per questo semplice motivo da quel momento, di diritto, (senza bisogno di altra dichiarazione, ma in forza della presente) la detta Società con tutte le indulgenze e privilegi ad essa concessi, viene sottratta alla detta Cappella e trasferita in pieno alla detta nostra Chiesa con tutti i beni temporali della detta Società in qualunque modo acquisiti.
Badino bene sia i Superiori della pia Chiesa che gli officiali della suddetta Confraternita di accogliere e sottoscrivere di propria mano questa condizione.
Tutte queste cose devono porsi ed esporre particolareggiatamente in un documento pubblico rogato da un Notaio. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Nulla osta. A prova di quanto detto, abbiamo firmato di nostra mano queste patenti, munite del sigillo del nostro Ufficio, gratuitamente in ogni luogo e in ogni tempo. Dato a Roma, 10 giugno 1651.
+ Fra Giovanni Battista de Marinis.+
La storia continua, seguiteci.
Antonio Murru