Si può cogliere in questa bolla del Maestro De Marinis l’insistenza intanto sull’origine del Rosario e poi sulla esclusiva legittimità riconosciuta dai Romani Pontefici all’Ordine dei Domenicani per la istituzione delle confraternite e per la concessione delle indulgenze legate alla recita della preghiera.
Sicuramente vi erano all’interno della Chiesa altri ordini o altre autorità che si arrogavano tale diritto, e probabilmente anche con la pretesa di qualche ricompensa, se il De Marinis ritiene opportuno ricordare l’intervento di Paolo V nel 1608 e si premura anche di ribattere che licenze e assistenze alle confraternite devono essere fatte gratuitamente in ogni luogo e in ogni tempo, come fa lui stesso.
Si rileva l’inesattezza della presenza a Siniscola di una chiesa dedicata a Santa Maria, a meno che non vi si intenda qualche cappella all’interno della vecchia Parrocchiale di S. Anastasia, che sorgeva a fianco dell’attuale Chiesa del Rosario.
Il titolo di Parrocchia fu concesso nel 1583 all’attuale chiesa di San Giovanni Battista, forse perché la stessa si trovava all’interno delle mura e quindi più al riparo dalle invasioni barbaresche, mentre la Chiesa di S. Anastasia rimase ancora per molto tempo in funzione con il collegato cimitero fino ai primi decenni del 1800.
L’erezione della confraternita, a conferma della licenza su riportata, sembrerebbe risalire all’ottobre dello stesso anno 1651 ad opera del Rev. Padre Fra Vincenzo Barriler, predicatore dei Domenicani e Vicario del Convento di Pattada, mentre un’altra fonte parla di un fray Bernardo Carinena.
E’ confermato comunque nelle varie fonti storiche che la nascita della Confraternita di Siniscola risale effettivamente all’anno 1651.
Essa incontrò subito la simpatia e il gradimento del popolo di Siniscola, come dimostrano i tanti lasciti con donazioni di terreni e di bestiame che iniziarono già dai primi anni della sua esistenza.
L’esistenza della Confraternita viene attestata dalle visite pastorali che si susseguirono dal 1600 al 1700 ed inoltre dalle risposte date dal curato anziano di Siniscola Juan Francisco Pilurcy nell’anno 1777 al questionario inviato a tutte le parrocchie dal Vicario Generale Capitolare di Cagliari in vista della ricostituzione della Diocesi di Galtellì-Nuoro.
Ma, nonostante la presenza di tanti benefattori e la volontà di erigere un proprio oratorio i confratelli dovettero accontentarsi nei primi tempi di una cappella all’interno di S. Anastasia e solo successivamente ne edificarono uno attiguo alla stessa chiesa.
Successivamente con licenza dell’Arcivescovo di Cagliari Joseph Augustin Delbechio del 1768 demolirono il vecchio oratorio e ne costruirono uno nuovo nello stesso sito, che fu terminato intorno al 1803.
Dalla lapide in ardesia collocata sopra il portone principale all’interno della chiesa veniamo a sapere che nel 1799 era priore un certo Luigi Turoni, forse lo stesso che compariva nella campana benedetta nel 1797.
Lavori importanti ad opera dei vari priori, che ricevevano un incarico triennale rinnovabile, furono svolti nel 1812-1817 con la ricostruzione della volta, negli anni 1845-1848 con svariate riparazioni e poi un importante restauro di tutta la chiesa nell’anno 1880.
Uno dei Priori benemeriti della Chiesa del Rosario fu il Sig. Giuseppe Dalu, in carica per circa quaranta anni, come attesta una lapide in marmo del 1915 e che oltre a curarne la manutenzione dotò la stessa di numerosi e ricchi paramenti.
Nell’anno 1907 portò a termine il distacco dell’altare dal muro perimetrale per collocarvi dietro l’armonium e tutti i cantori in modo che non venissero visti dal popolo.
Negli anni dal 1909 e 1911 la Chiesa, in occasione di una terribile epidemia di colera che colpì il paese, fu dichiarata, con apposito decreto, a disposizione dell’autorità civile per essere utilizzata come ospedaletto.
Visti i ritardi nella restituzione del luogo sacro all’uso dei confratelli il Rettore Angius chiese al Vescovo di intervenire perché l’autorità civile ne disponesse il rilascio, che avvenne a fine dell’anno 1911.
L’ultimo grande restauro avvenne nel 1915, anno in cui vennero realizzati anche gli affreschi, quasi certamente ad opera del Prof. Spirito Lari che aveva curato anche quelli della Parrocchia San Giovanni Battista e finalmente si realizzò la raccomandazione del Maestro De Marinis del 1651 di raffigurare San Domenico “in ginocchio e in atto di ricevere in dalle mani della Vergine Madre di Dio la corona delle ore”.
Successivamente e ancora oggi la confraternita provvede alla manutenzione della chiesa, mantenendola ben curata e degna della sua storia secolare.
Antonio Murru