Salutare un amico

Ciao Gavino

Purtroppo non posso che ritornare a quel momento incredibile che fu la riapertura al culto della chiesa di S. Michele, storica chiesa frequentata dagli universitari di Sassari e sede storica dei giovani della F.U.C.I.

Abbiamo ripreso a ravvivarla, a riviverla, a sentirla, a praticarla, a renderla chiesa, comunità, fraternità, amicizia.

E ricordo benissimo che l’ultima settimana santa che abbiamo trascorso insieme.

A te, per la Via Crucis toccò la 12° stazione :Dio crocefisso che muore .
Aspettavamo la tua riflessione, straordinaria, difficile, filosofica, come tuo solito.

Dopo un pò di silenzio, quasi troppo silenzio, dicesti pochissime parole “Siamo qua, Signore e ti guardiamo morire e io non ho parole per dirti quello che sento, però ti guardo e sono lì con te, vicino”.

E mai avrei pensato che dopo alcuni anni sarei venuto a trovarti nella clinica, da dove te ne sei andato.

Ho pensato le stesse frasi dette a S. Michele e appena sono entrato, dopo aver chiesto informazioni, i miei occhi si sono rifiutati di vederti, di vedere tua moglie, tuo figlio, e sono uscito…
Ho ripercorso la strada per chiedere conferma delle indicazioni precedenti: se quella era la camera mortuaria dove tu eri.

Sono tornato indietro e ti ho visto, ti ho riconosciuto ed eri tu.

E allora come allora a S. Michele, non sapevo cosa dirti mentre ti accarezzavo le mani.
Tu non sapevi allora cosa dire e io ora non sapevo cosa pensare, soprattutto non volevo che fossi là.

Mi sono ricordato che alla 12° stazione tu non sapevi cosa dire e io non volevo dire niente a te.

Volevo guardarti nel silenzio, volevo piangere nel silenzio.
Davvero non sapevo cosa dire.

E’ stata una delle poche cose nella vita che ho fatto non sapendo cosa dire, e comunque davanti a te non potevo nasconderti che quello era l’unico modo per pensare che non eri andato.

Era l’unico modo per dire “ci sei ancora”.
E non ero riuscito a dirti ciò che ancora voglio dirti tutta la vita “Ciao Gavino”

Salvo Marche